Nel 1902 il sismologo Giuseppe Mercalli propose una scala di misura dell’intensità dei sismi, la scala Mercalli, che permette di associare ogni fenomeno sismico un grado di intensità, compreso fra I e XII, sulla base degli effetti che esso produce. La scala Mercalli è utilizzata ancor oggi, ma in una versione successiva, detta MCS (Mercalli Cancani Sieberg) dai nomi dei due scienziati che vi apportarono delle modifiche.
Gli effetti prodotti da un sisma non dipendono però soltanto dall’energia effettivamente liberata, ma esso si verifica, vale a dire: il tipo di terreno, la densità abitativa, i materiali e il modo con cui gli edifici sono costruiti. Un altro elemento di grande importanza è la profondità dell’ipocentro: terremoti superficiali di media intensità possono provocare effetti più devastanti di terremoti violenti, ma profondi. Sismi che sprigionano uguale energia possono produrre effetti molto differenti. La scala Mercalli non dà quindi una valutazione oggettiva della forza del terremoto.
Nel 1935, lo statunitense Charles Richter propose l’utilizzo di una misura dell’energia liberata dai sismi basata sull’analisi dell’ampiezza delle onde registrate dai sismogrammi, la magnitudo Richter. L’energia sprigionata nell’ipocentro si ricava a partire dal rapporto fra la massima ampiezza delle onde registrate da un sismogramma durante un terremoto e l’ampiezza delle onde prodotte da un terremoto di riferimento (una specie di unità di misura). L’aumento di un grado di magnitudo corrisponde a un’energia sprigionata circa trenta volte maggiore. Il valore di magnitudo massimo registrato sulla Terra finora è stato pari a 9.5, in occasione del terremoto del 1960 in Cile. Quello di Sumatra del 2004 raggiunse la magnitudo di 9,3 e provocò un devastante tsunami, che fece quasi 300 000 vittime. Il terremoto cinese del Sichuan del maggio 2008, di magnitudo 7.9, ha fatto oltre 70 000 vittime.
Il più recente terremoto devastante è stato quello che ha colpito il Giappone l’11 Marzo 2011 e nei giorni successivi causando uno tsunami con onde alte 10 metri alla velocità di 750 km/h provocando danni alle strutture (come la centrale nucleare di Fukushima) e 13 000 morti e 15 000 dispersi. La massima magnitudo raggiunta durante i sismi in Giappone è stata di 9.0 della scala Richter.