La scarlattina è una malattia esantematica infantile associata a faringite da Streptococchi β-emolitici di gruppo A (Streptococcus pyogenes) rara rispetto al passato, che colpisce bambini con età di 3-10 anni, soprattutto in autunno e inverno, trasmessa per via aerea.
Dal punto di vista clinico dopo un periodo di incubazione di 2-5 giorni, la scarlattina esordisce con febbre alta, cefalea, malessere, linfoadenopatia laterocervicale, faringe eritematosa con tonsille ipertrofiche, ricoperte da essudato purulento, faringodinia, enantema delle mucose, lingua ricoperta da essudato biancastro con papille ingrossate e arrossate, per cui si parla di lingua a fragola bianca, poi a fragola rossa con eritema rosso vivo e papille ipertrofiche.
Dopo 24-36 ore compare l’esantema maculo-papuloso alla radice degli arti, tronco e volto, risparmiando la zona circumurale, naso e mento costituito da papule puntiformi di colore rosso-vivo, molto ravvicinate che scompaiono dopo 5-10 giorni con desquamazione evidente alle mani e piedi. L’esantema appare molto sfumato con colorito rosa, ma è sempre presente.
Tra le complicanze abbiamo la diffusione dell’infezione streptococcica alle strutture vicine, cioè ascessi tonsillari, otiti medie, sinusiti, mastoiditi, ascessi cerebrali…
Tra le complicanze vi sono anche la febbre reumatica (coinvolgimento cuore, articolazioni, sistema nervoso, cute) e la glomerulonefrite post-streptococcica (patogenesi non legata alla presenza del batterio ma a fenomeni immunologici per la presenza della proteina M dello streptococco con epitopi molto simili a quelli della sinovia e delle valvole cardiache). Oggi queste due complicanze sono piuttosto rare per via dell’utilizzo di antibiotici che trattano l’infezione.
La diagnosi è clinica associata agli esami di laboratorio con aumento di VES, leucocitosi neutrofila, aumento del titolo anti-streptolisinico (TAS) in 2-3 settimane, esame colturale del tampone faringeo.
La terapia si basa sulla benzilpenicillina in un’unica somministrazione per via endovenosa oppure penicillina, eritromicina, claritromicina, azitromicina (macrolidi) per os per oltre 10 giorni.
La profilassi prevede l’isolamento del paziente fino al 3° giorno successivo all’inizio della terapia antibiotica; è necessario controllare i familiari mediante un esame colturale del tampone faringeo.
Fonte: Manuale di malattie infettive.