Il laser è uno dei dispositivi che più di frequente è presente in oggetti che usiamo tutti i giorni: lo troviamo per esempio nel lettore di Compact Disc, oppure alla cassa del supermercato, dove la cassiera lo usa per leggere il prezzo dei prodotti acquistati. Inoltre il laser viene usato nelle telecomunicazioni per trasmettere il segnale di un grandissimo numero di canali televisivi attraverso lo spazio, nelle comunicazioni telefoniche e tra sistemi di computer attraverso le fibre ottiche. Nell’industria il laser a molteplici applicazioni: viene usato per riscaldare, fondere o vaporizzare una sostanza con grande precisione, per forare diamanti, per tagliare componenti elettronici di dimensioni molto piccole nei microcircuiti e per tutte le lavorazioni che richiedono estrema precisione. In medicina viene usato per forare le ossa, cauterizzare vasi sanguigni, ma è particolarmente utile negli interventi di microchirurgia, soprattutto in oculistica dove grazie al laser, è possibile “ricucire” la retina sul fondo dell’occhio.
Il laser si usa inoltre per rilevare misure anche molto grandi come ad esempio la distanza fra la Terra e la Luna; nel settore militare è impiegato nei sistemi di guida per missili, aerei e satelliti. Ma come si genera un raggio laser? Come sappiamo, tutta la materia è composta da atomi. Ogni atomo possiede un nucleo attorno al quale ruotano gli elettroni. Quando gli elettroni vengono opportunamente stimolati mediante luce o calore, possono abbandonare la loro orbita e passare su un’altra orbita più lontano dal nucleo. Gli elettroni però tendono a ritornare allo stato iniziale restituendo l’energia assorbita. Queste piccolissime quantità di energia si chiamano fotoni e sotto forma di radiazioni luminose compongono il fascio di luce dei laser. Esistono diversi tipi di laser che vengono classificati in base al materiale (materiale attivo) in cui elettroni sono stimolati, per esempio il laser a gas, a semiconduttore, a liquido e a stato solido. Nel caso del materiale a stato solido, in materiale attivo è costituito da una barretta di cristallo di rubino avvolta da una lampada a forma di spirale che invia impulsi luminosi intermittenti. Questi lampi di luce bianca sollecitano gli elettroni della sbarra di rubino, tanto da far rimbalzare su orbite lontane dai nuclei. Ricadendo nelle loro orbite, gli elettroni emettono fotoni sotto forma di onde luminose. Ciò genera un lampo di luce laser che fuoriesce da un’estremità della barra di rubino. Questo processo spiega il perché del nome laser, che deriva dalle iniziali delle parole inglesi “Light Amplification by Stimulated Emission of Radation” cioè “Amplificazione di luce mediante emissione stimolata di radiazioni”. La luce laser differisce dalla luce normale perché è molto più potente e “concentrata” e può percorrere molte migliaia di kilometri senza disperdersi.