L’ippocastano è un albero utilizzato molto per ornare i viali, grazie alla sua altezza e la densità del fogliame.
Il suo nome deriva dall’unione delle due parole greche Hippos (cavallo) e Castanon (castagno). Deve questo nome all’utilizzo dei propri frutti come stimolante per i cavalli.
L’Ippocastano può arrivare a 25-30 metri di altezza; La chioma è espansa, raggiunge anche gli 8-10 metri di diametro restando molto compatta. L’aspetto è tondeggiante o piramidale, a causa dei rami inferiori che hanno andamento orizzontale.
La pianta ha fiori ermafroditi a simmetria bilaterale, costituiti da un piccolo calice a 5 lobi ed una corolla con 5 petali bianchi, spesso macchiati di rosa o giallo al centro. I fiori sono riuniti in infiorescenze di grandi dimensioni. La fioritura avviene nel periodo primaverile.
Sebbene i frutti siano molto simili a quelli del castagno, soltanto un po’ più sferici, non sono commestibili.
Tuttavia gli usi sono molti.
Alcune sostanze estratte dall’ippocastano hanno proprietà antiinfiammatorie, migliorano la pressione venosa e il drenaggio linfatico.
Quindi trovano un largo impiego nel trattamento dell’insufficienza venosa cronica, determinando un miglioramento dei segni e sintomi presenti agli arti inferiori: edema, dolore, prurito, varici, ulcere, senso di tensione e/o affaticamento. Inoltre offre proprietà, antiedematose e antiessudative; inibisce inoltre la distruzione della vitamina C e viene consigliata nel caso di vene varicose.
Tuttavia, l’utilizzo eccessivo di estratto di ippocastano può causare disturbi gastrointestinali e prurito.
I frutti inoltre hanno un effetto narcotico e sono tossici se non trattati adeguatamente, quindi è meglio evitare estratti fatti in casa.
Inoltre l’ippocastano è uno dei fiori di Bach.