Tutti coloro che hanno beneficiato di un rilassamento lenitivo dopo un buon pasto, hanno provato l’effetto del cibo-umore.
I neuroni producono neurotrasmettitori dalle sostanze chimiche presenti negli alimenti appena assunti, quindi la relazione cibo-umore inizia il suo collegamento dalla digestione.
Molti neurotrasmettitori sono formati da aminoacidi, che sono l’unità di base delle proteine. Gli aminoacidi sono a disposizione del nostro organismo quando il nostro corpo digerisce i cibi ingeriti contenenti proteine. Per esempio, il neurotrasmettitore serotonina è formato dall’aminoacido triptofano, mentre sia la dopamina che la noradrenalina (o norepinefrina) sono costituite da tirosina.
Regolare i livelli di neurotrasmettitori nel cervello è abbastanza complicato e dipende non solo dalla disponibilità degli aminoacidi (e gli altri componenti) precursori, ma anche dalla concorrenza ad entrare nel cervello da parte di questi.
Considera che la serotonina è un neurotrasmettitore che è coinvolto nella regolazione dell’umore. Infatti essa conduce la sensazione del relax e del riposo.
Benché la serotonina è costituita dall’aminoacido triptofano, i cibi proteici non determinano un aumento dei livelli di triptofano nel sangue o nel cervello. Questo perché, dopo un pasto iperproteico, il triptofano deve competere con oltre 20 altri aminoacidi per entrare nel Sistema nervoso centrale, quindi la sua concentrazione nel cervello rimane relativamente bassa.
D’altra parte, comunque, il consumare cibi ricchi di carboidrati come pasta, pane, patate o dolci, è associato ad un aumento della sintesi e del rilascio di serotonina nel cervello. Il risultato? Non sono le proteine, ma i carboidrati a condizionare il nostro stato di relax o sonno.