Ormai è noto a tutti che quando disinfettiamo le ferite queste cominciano a bruciare per qualche secondo. Ma perché avviene questo? Molti scienziati hanno trovato la risposta a questa domanda proprio nelle componenti chimiche dei comuni disinfettanti.
I disinfettanti e gli antisettici contengono perossido di etanolo e di idrogeno, i quali, a contatto con le ferite, innescano una sensazione di bruciore. L’etanolo attiva i ricettori vanilloidi (TRPV1): essi esposti al calore o ad alcune sostanze chimiche o naturali provoca una sensazione di bruciore. Questi recettori sono in grado di percepire e segnalare all’organismo un determinato stimolo. Nello specifico, sono recettori termici che vengono attivati ad una temperatura superiore ai 42°C. Quando però applichiamo del disinfettante, non stiamo alterando la temperatura eppure il nostro corpo percepisce un calore che non esiste. Il sistema nervoso, dunque, “crede” che i recettori abbiano percepito una temperatura molto elevata, ed è per questo che mette in moto tutti i meccanismi necessari per far fronte ad un’elevata temperatura. Infatti, dapprima percepiamo del bruciore e del calore, il quale viene dissipato sotto forma di vasodilatazione periferica.
Il perossido di idrogeno (acqua ossigenata), invece, attiva un altro recettore siglato TRPA1, molto meno conosciuto del TRPV1, ma il comportamento di questi recettori e pressoché simile.
La sensazione di bruciore non deve allarmare in quanto non è assolutamente dannosa e inoltre è solo la risposta a degli stimoli esterni che dura per pochi secondi.