Il timo è un organo linfoepiteliale del sistema immunitario situato nel mediastino anteriore che va incontro a involuzione dopo la pubertà. Al suo interno si svolgono processi di proliferazione linfocitaria per cui progenitori linfoidi derivanti dal fegato fetale e dal midollo osseo si sviluppano in linfociti T maturi.
Il timo è formato dall’accostamento di due lobi che insieme assumono una forma di piramide quadrangolare con base inferiore mediastinica e apice superiore che risale nel collo e diviso nei due corni timici. Alla nascita pesa circa 12 g e nei periodi di massimo sviluppo raggiunge i 30 g.
La faccia anteriore prende rapporti con la fascia cervicale media, i muscoli sottoioidei, il manubrio e la parte superiore del corpo dello sterno, i vasi toracici interni, i seni pleurali costomediastinici e i margini anteriori dei polmoni; la faccia posteriore ricopre la trachea, le arterie carotidi comuni, il tronco brachiocefalico di sinistra, la vena cava superiore, il pericardio, l’aorta ascendente, l’arco aortico nella sua porzione ascendente e il tronco polmonare; i margini laterali prendono rapporto con le vene giugulari interne, la pleura mediastinica, i polmoni, il nervo frenico e i vasi pericardicofrenici (a sinistra); i corni superiori possono raggiungere la tiroide.
I mezzi di fissità del timo non sono sviluppati, tuttavia posteriormente aderisce al pericardio e superiormente alla tiroide, mentre il foglietto posteriore della fascia cervicale media passa dietro al timo e contribuisce a delimitare la loggia timica.
Il timo è riccamente vascolarizzato grazie alle arterie timiche provenienti dalla toracica interna, dal tronco brachiocefalico, dall’arco dell’aorta o dalla carotide comune di sinistra. Le vene, invece, affluiscono dalle toraciche interne, tiroidee, pericardiche, freniche e dal tronco venoso brachiocefalico di sinistra.
I nervi sono di derivazione vagale e simpatica tramite il plessocardiaco e i plessi perivascolari. Vi possono essere anche fibre del nervo frenico.
Il timo è un organo a costituzione lobulare in cui si distinguono una zona corticale e una zona midollare. Nell’insieme i due lobi sono avvolti da una capsula connettivale che manda in profondità setti interlobulari che a loro volta fanno dipartire sepimenti minori che scompongono la corticale in lobulini. La capsula e i setti sono ricchi di vasi e nervi.
La zona corticale si distingue dalla midollare per la diversa colorazione dovuta al diverso rapporto quantitativo tra i vari tipi di cellule che formano il parenchima dell’organo.
Le cellule epiteliali timiche (TEC) si organizzano in un reticolo tridimensionale. Nella zona corticale più esterna le cellule epiteliali prendono il nome di cellule nutrici in quanto accolgono numerosi timociti con caratteristiche di linfoblasti, cioè voluminose e attivamente proliferanti, all’interno di profonde invaginazioni citoplasmatiche. Le cellule nutrici producono la citochina IL-7 che consente di sostenere la proliferazione dei timociti. Un’altra componente dell’epitelio si organizza nella midollare formando corpuscoli timici di Hassall strutturati a guscio di cipolla in cui le cellule più centrali sono cheratinizzate, calcificate o necrotiche e possono andare a fenomeni di lisi con formazione di strutture cistiche.
La maggioranza dei timociti è data da piccoli linfociti fortemente addensati nella zona corticale e meno ravvicinati nella midollare.
Fra linfociti e TEC sono dispersi macrofagi, particolarmente abbondanti intorno ai vasi sanguigni. Alcuni di questi contengono linfociti apoptotici fagocitati.
Nella zona midollare si trovano anche cellule interdigitate (dendritiche) simili alle cellule APC nelle aree T-dipendenti degli organi linfoidi periferici.