La neoplasia intraepiteliale vaginale (VaIN) è una situazione estremamente rara che colpisce donne con età superiore ai 60 anni e che costituisce una situazione precancerosa, tuttavia solo il 5% evolve in carcinoma invasivo.
A differenza delle CIN, che si sviluppano da un epitelio metaplastico, le VaIN si sviluppano direttamente dall’epitelio squamoso nativo, preferenzialmente nel terzo superiore della struttura vaginale.
Le pazienti sono asintomatiche e dal punto di vista obiettivo le lesioni consistono di piccole chiazze biancastre o rosee.
La diagnosi si fa con esame istologico in corso di colposcopia come approfondimento di PAP-test che ha dato reperti orientativi ma non chiari.
I fattori di rischio associati alla VaIN sono deficit immunitari, infezione da HPV, presenza di neoplasie a cellule squamose in altri distretti dell’apparato genitale, terapie radianti ed esposizioni interne al DES (dietilstilbestrolo).
Il grado delle VaIN è inversamente correlato con la capacità, più o meno espressa da parte delle cellule degli strati profondi della mucosa, di differenziarsi man mano che ascendono nel contesto epiteliale, con i connotati morfologici, con l’entità del ritmo mitotico e con la polarità di impianto delle assise cellulari basali. Si divide in:
- VaIN1 (displasia lieve) caratterizzata da ricca cellularità degli strati basali e parabasali con lievi modificazioni: nuclei ipertrofici ed ipercromici.
- VaIN2 (displasia moderata) caratterizzata da rivestimento squamoso ispessito per fenomeni di acantosi, con segni di polimorfismo di grado moderato e con numerosi coilociti.
- VaIN3 (displasia severa) caratterizzata da assenza di maturazione delle cellule squamose che, dagli strati più profondi a quelli superficiali, ripetono la stessa morfologia.
- Carcinoma in situ.
Secondo lo schema di Bethesda la VaIN1 viene classificata come LSIL (lesione intraepiteliale squamosa a basso grado) mentre la VaIN2, VaIN3 e il carcinoma in situ rientrano nella classificazione HSIL (lesioni intraepiteliali squamose ad alto grado).
Fonte: Anatomia patologica e correlazioni anatomo-cliniche (Mariuzzi).