La coscienza è lo stato di consapevolezza di sé stessi, del proprio corpo e dell’ambiente esterno, funzione integrativa istantanea di tutte le attività cerebrali che le coordina, le finalizza e le focalizza al fine di ottimizzare i comportamenti adattativi. Le alterazioni della coscienza si distinguono in disturbi quantitativi e qualitativi.
Tra i disturbi quantitativi della coscienza abbiamo:
- Stato ipnoide: stato intermedio tra coscienza e perdita di coscienza con alterazioni della lucidità o vigilanza, torpore, sopore cioè obnubilamento o ottundimento (sonnolenza) che si verifica normalmente nella fase di addormentamento con stato di dormiveglia oppure in caso di trauma cranico o coma iperglicemico da alterazione del metabolismo glicidico.
- Stato confusionale: in cui il paziente non ricorda il suo nome, dove si trova, non riconosce i luoghi e le persone, non ricorda dove abita, la data, se è mattina, pomeriggio o sera, per cui presenta disorientamento temporo-spaziale, spesso non reagisce agli stimoli e non risponde alle domande, oppure presenta un linguaggio sconnesso, disorganizzato, incomprensibile e incoerente, comportamento inadeguato al contesto, fino al coma nei casi più gravi.
Tra i disturbi qualitativi della coscienza abbiamo:
- Stato crepuscolare: consiste in un restringimento del campo di coscienza cioè il soggetto conserva solo alcuni eventi, idee o temi affettivi con o senza disorientamento temporo-spaziale, come succede nell’epilessia temporale o nell’isteria. Alcune volte uno stato crepuscolare di breve durata si manifesta in situazioni di stress molto intense come catastrofi, lutti, pericolo per la propria vita.
- Stato oniroide: in cui il paziente non riesce più a controllare la realtà esterna per la presenza di allucinazioni e idee deliranti vissute con intensa partecipazione emotiva.
- Stato di delirium: insorge in modo brusco con alterazione dello stato di coscienza, confusione mentale, disorientamento temporo-spaziale e personale, cioè il paziente non ricorda la data, dove si trova e perché si trova in quel posto, non ricorda il suo nome e i suoi dati personali, associati a deficit della memoria e breve e lungo termine, cioè deficit della fissazione e rievocazione dei ricordi, deficit dell’attenzione, alterazioni formali del pensiero con allentamento dei nessi associativi, fino a deliri di persecuzione, nocumento o riferimento, poco sistematizzati, incoerenti e instabili poiché tendono a disgregarsi. Spesso il paziente presenta alterazioni della percezione con illusioni visive, uditive, tattili, cinestetiche, mentre le allucinazioni sono più rare e si hanno solo nelle forme gravissime dello stato confusionale, come le allucinazioni visive. Tutto ciò provoca anche alterazioni dell’umore con ansia, paura, irritabilità, agitazione con comportamenti inadeguati, pericolosi, aggressivi, fughe in stato di confusione mentale.
Il delirium ha un andamento fluttuante a decorso transitorio, regredisce completamente, tranne in caso di delirium che si sviluppain un quadro di demenza o di un altro disturbo cognitivo preesistente, oppure favorisce l’insorgenza di alcune complicanze come alterazioni del ritmo sonno-veglia con insonnia, stupor catatonico, agitazione psicomotoria.
Inoltre abbiamo i disturbi della coscienza dell’Io cioè della coscienza di se stesso quali:
- Depersonalizzazione: è l’alterata percezione di se stessi con sensazione di distacco dal proprio corpo. Si tratta di un’esperienza sgradevole che si ha in caso di schizofrenia, uso di alcol e droghe (allucinogeni), farmaci (barbiturici), disturbi depressivi, attacchi di panico. La depersonalizzazione viene distinta a sua volta in:
- Depersonalizzazione autopsichica (estraneità dei propri pensieri alla propria mente).
- Depersonalizzazione somatopsichica (il paziente percepisce parti del proprio corpo come se fossero distaccate o appartenenti ad altre persone).
- Depersonalizzazione allopsichica o derealizzazione (alterata percezione dell’ambiente circostante con senso di stranezza, sogno o irrealtà come se il paziente stesse vivendo in un film).
- Transitivismo: il paziente attribuisce ad altre persone le sue azioni, percezioni e pensieri (schizofrenia).
- Transitivismo: il paziente attribuisce ad altre persone le sue azioni, percezioni e pensieri (schizofrenia).
Fonte: Sinossi di psichiatria.