Le cellule cancerose sono generalmente caratterizzate da un aumento del metabolismo del glucosio rispetto a quelle normali. In particolare, la malignità è frequentemente associata alla comparsa di nuovi fenotipi con una maggiore espressione di trasportatori di glucosio, un aumento del tasso di proliferazione cellulare, sintesi proteica e del DNA, e neoangiogenesi anarchica. Tutte queste condizioni determinano un significativo aumento dell’assorbimento di glucosio, come carburante necessario per rispondere alle nuove richieste di energia, prodotta principalmente attraverso la glicolisi anaerobica. L’assorbimento e la biodistribuzione di FDG nei tumori sono quindi influenzati da molti parametri come l’aumento del turnover del glucosio, l’espressione dei trasportatori di glucosio e l’attività dell’esochinasi, essendo anche dipendenti (attraverso meccanismi non specifici, indipendenti dalla trasformazione neoplastica) dall’aumento del numero di divisioni cellulari e/o da un metabolismo iperattivo.

Assorbimento di FDG nei tumori

La grande maggioranza dei tumori maligni mostra un aumento dell’assorbimento di FDG.

L’assorbimento di FDG è influenzato dalla “malignità biologica”, cioè da fattori come il tasso di crescita, l’ipossia e l’istopatologia riguardanti sia l’istotipo che il grado. Un assorbimento intenso è più frequentemente osservato in linfomi, melanomi, tumori del colon-retto, esofagei e della testa/collo, NSCLC e, più in generale, nei tumori di alto grado.

Una minoranza di tumori può presentare un assorbimento di FDG basso o assente. Questo pattern dipende principalmente dalla differenziazione, come evidente dall’assenza di assorbimento di FDG nella grande maggioranza delle lesioni in pazienti con carcinoma tiroideo ben differenziato o tumori neuroendocrini (NET). Un basso e/o assente assorbimento di FDG è anche frequentemente osservato in epatocarcinomi di basso grado, anche a causa della presenza di una maggiore attività della glucosio-6-fosfatasi che risulta in un basso assorbimento di FDG, nei tumori caratterizzati da un basso tasso di crescita come il cancro alla prostata, nei tumori caratterizzati da caratteristiche funzionali come la produzione di mucina, o in una particolare morfologia tumorale, come può essere osservato nel cancro ovarico primario, frequentemente costituito da ampie porzioni cistiche.

Assorbimento di FDG come indicatore prognostico

Nei tumori con una maggiore prevalenza di lesioni normalmente non concentranti, come i NET e i carcinomi tiroidei o epatici, una alta concentrazione di FDG definisce una prognosi peggiore rispetto ai pazienti che non mostrano assorbimento.

Allo stesso modo, in una grandissima maggioranza di tumori, confrontando in una singola categoria tutti i pazienti con lo stesso istotipo, un assorbimento maggiore individua un destino peggiore. Infatti, è stato dimostrato che l’assorbimento di FDG nel tessuto canceroso è determinato, tra gli altri fattori, dai tassi di proliferazione tumorale, aggressività e tasso di neoangiogenesi. Tuttavia, questa relazione non è lineare, principalmente nei tumori a rapida crescita, essendo dipendente da molti parametri, inclusa la diversa percentuale di metabolismo anaerobico e la presenza di necrosi.

Assorbimento di FDG come identificatore di recidiva

La malattia recidivante, a causa della perdita delle caratteristiche differenziate, è generalmente caratterizzata da un assorbimento di FDG più elevato rispetto al tumore primario.

Non c’è assorbimento di FDG in assenza di cellule cancerose vitali e quindi in presenza di necrosi e/o fibrosi.

Nella maggior parte dei pazienti oncologici, in cui si osserva un assorbimento di FDG alla diagnosi e/o al controllo pre-terapeutico, una PET negativa al follow-up può escludere con affidabilità la recidiva rispetto alla fibrosi e/o necrosi post-terapeutica. Il contrario non è sempre vero, cioè, al follow-up l’assorbimento di FDG non è necessariamente determinato da una recidiva locale, a causa di possibili risultati falsi positivi.

Assorbimento di FDG come guida per la biopsia e/o per definire il target nella radioterapia

Nei tumori eterogenei, l’assorbimento di FDG è più elevato nella parte più maligna della lesione, essendo inferiore nelle componenti più differenziate e assente nelle aree necrotiche o fibrotiche. Pertanto, la PET-FDG può guidare una biopsia verso la parte più maligna del tumore.

Per lo stesso motivo, la PET-FDG consente una migliore definizione del “target biologico” nella radioterapia. L’immagine PET/CT può guidare la progettazione di un piano terapeutico personalizzato, dando un dosaggio più elevato alla parte più maligna del tumore, riducendo le radiazioni ai tessuti normali.

Variazione dell’assorbimento di FDG come marker precoce di risposta alla terapia

L’assorbimento di glucosio diminuisce rapidamente dopo un’azione terapeutica efficace, rimanendo invariato e/o aumentando nei non responder. Pertanto, l’assorbimento di FDG può essere un marker precoce della risposta terapeutica nei tumori rispetto alle informazioni fornite da TC, ecografia e risonanza magnetica, che rilevano variazioni tardive nelle dimensioni e nella struttura, a volte meno affidabilmente collegate all’efficacia terapeutica. Questo vantaggio della FDG è stato già dimostrato in molti pazienti sottoposti a chemioterapia (e a radioterapia, sebbene in questi casi l’analisi possa essere più complessa). Una più ampia e approfondita esperienza sull’utilità clinica possibile in oncologia, includendo tutti gli istotipi, definendo meglio i tempi di valutazione e la capacità di prevedere anche la risposta alla radioterapia, è in fase di valutazione. Importanti risultati sul ruolo di uno “studio PET intermedio” sono già stati raggiunti nei linfomi. Prospettive interessanti sono connesse alla valutazione della risposta tumorale in nuovi trattamenti citostatici (e non citoriducenti), in cui le procedure radiologiche standard, come RECIST, possono presentare problemi maggiori.

Risultati falsi positivi dovuti all’assorbimento di FDG in malattie benigne

L’FDG può accumularsi nei globuli bianchi attivati e nei macrofagi. Pertanto, può concentrarsi a livello di processi infiammatori attivi, sia infettivi che non infettivi.

La maggior parte delle lesioni benigne non presenta assorbimento di FDG, risultando quindi distinguibili da quelle maligne nella grande maggioranza dei casi.

Una minoranza di lesioni benigne può mostrare un assorbimento di FDG, generalmente con un’entità inferiore rispetto ai tumori maligni. La presenza di risultati falsi positivi può creare problemi soprattutto nella diagnosi (e stadiazione), essendo meno critica nel restaging e nel follow-up. Particolare attenzione deve essere prestata nei casi di sospetta recidiva locale, principalmente nei casi analizzati troppo presto dopo un intervento terapeutico importante. In questi casi, i risultati falsi positivi possono essere dovuti a una reazione infiammatoria, un’infezione e/o un tessuto in fase di guarigione attiva.

È necessario essere molto cauti nell’utilizzare la PET-FDG per una diagnosi primaria, principalmente nei pazienti con un’alta prevalenza di condizioni infiammatorie o granulomatose (come tubercolosi, sarcoidosi, asbestosi).

L’assorbimento di FDG può essere presente a livello della guarigione delle ferite (in generale fino a 6 mesi), nella reazione infiammatoria dopo radioterapia, nella linfadenopatia benigna associata o nelle infezioni, nell’atelettasia polmonare e nell’effusione pleurica, e nell’iperplasia timica reattiva (a volte presente nei giovani pazienti dopo chemioterapia). Immagini dubbie possono anche essere dovute a condizioni patologiche come gastrite, reflusso gastroesofageo, diverticolite, malattia infiammatoria intestinale, ascesso, ernia iatale e fibromi uterini benigni. Critico può essere, per possibili errori nella diagnosi delle metastasi ossee, l’assorbimento determinato da fratture in guarigione benigna o artropatie. Un aumento diffuso a livello del midollo osseo (e/o della milza) può essere osservato dopo la somministrazione di fattore stimolante le colonie di granulociti.

Utilità della FDG nelle malattie benigne

I falsi positivi e falsi negativi in oncologia rappresentano solo una percentuale molto bassa dei risultati della PET-FDG, in caso di indicazione appropriata, va evidenziato che l’assorbimento di FDG può anche determinare utili indicazioni cliniche nelle malattie benigne.

Ad esempio, la PET-FDG è una procedura di prima linea nella diagnosi della febbre di origine sconosciuta (FUO), a causa della necessità della massima sensibilità per rilevare lesioni occulte, non negativamente controbilanciata da una bassa specificità. Ciò significa che, con la maggior parte delle FUO dipendenti da tumori a lenta crescita o infiammazione/infezione, molti dei siti patologici possono essere individuati come punti caldi di FDG, sebbene sia richiesta una ulteriore diagnosi differenziale di malignità.

Altre informazioni utili possono essere ottenute nel definire l’attività in molte malattie infiammatorie, per rilevare placche aterosclerotiche attivate nei grandi vasi, per determinare la presenza di una reazione nell’area circostante dispositivi protesici, a volte per definire meglio le malattie autoimmuni, ecc. Queste informazioni possono essere molto utili nei pazienti affetti da malattie croniche, che possono richiedere terapie tossiche solo in presenza di una condizione patologica attiva.

Diagnosi differenziale utilizzando la PET-FDG in oncologia

Per aumentare le informazioni acquisite attraverso l’analisi visiva, possono essere utilizzati metodi quantitativi e/o semiquantitativi. Sebbene siano state proposte procedure quantitative precise e rigorose, l’unica attualmente nella routine clinica è il cosiddetto SUV.

Bisogna tenere conto che tutte le tecnologie più avanzate, come il gating respiratorio e/o le camere PET completamente digitalizzate, possono aumentare i valori di SUV, ma senza migliorare la diagnosi differenziale. Infatti, ad esempio, l’aumento di un SUV sia nei noduli polmonari solitari (SPN) benigni che maligni determina la necessità di aumentare la soglia di discriminazione di 2.5 suggerita in condizioni standard.

Alcuni suggerimenti per individuare insidie e artefatti, evitando errori

Le captazioni patologiche sono più tipicamente asimmetriche. Un assorbimento simmetrico è più frequentemente normale e/o dovuto a patologie benigne.

È molto importante riconoscere le circostanze parafisiologiche e patologiche che determinano una distribuzione alterata di FDG. La presenza di cateteri e altri strumenti chirurgici e medici deve sempre essere raccolta in anamnesi. Bisogna prestare grande attenzione nel riconoscere la contaminazione radioattiva.

La distribuzione di FDG può dipendere dall’età e/o da condizioni fisiologiche e parafisiologiche. Ad esempio, un assorbimento timico e/o testicolare, principalmente quando bilaterale, può essere normale in pediatria, risultando patologico negli adulti. Allo stesso modo, un lieve assorbimento nel seno e nel sistema genitale può essere presente nelle giovani donne, dipendente dal ciclo mestruale. Al contrario, un assorbimento simile è altamente sospetto nella fase postmenopausale.

È molto importante conoscere gli effetti dell’assorbimento di FDG in molte situazioni come digiuno, glicemia, insulina, idratazione, freddo (sul grasso bruno) e attivazione motorio-sensoriale. È molto importante controllare il paziente per la presenza di oggetti metallici e altri strumenti attenuanti, come pacemaker, monete e chiavi. L’effetto dei mezzi di contrasto radiologici sull’attenuazione deve essere ben conosciuto.

Possiamo concludere ricordando che per evitare errori è obbligatorio avere un’anamnesi accurata e una valutazione rigorosa non solo delle immagini PET, ma anche delle immagini TC.

Esempi di fisiologica e parafisiologica captazione di FDG

Nella seguente galleria vengono riportate immagini acquisite in soggetti che mostrano una distribuzione normale e/o parafisiologica di FDG. Vengono mostrati casi relativi ad alcune delle più importanti cause di errore ed artefatti.

Fonte: Atlas of Pet-ct: A Quick Guide to Image Interpretation.

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Di Raffo Coco

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente MFS in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Se ti piacciono i miei contenuti supportaci con una donazione Paypal.