Vivere con il diabete di tipo 1 comporta un costante controllo dei livelli di zuccheri nel sangue e iniezioni giornaliere di insulina. Adesso gli scienziati stanno riportando, nell’ACS Journal “Industrial & Engineering Chemistry Research“, lo sviluppo di un impiantabile pancreas artificiale che potrebbe misurare costantemente i livelli di zuccheri nel sangue di un diabetico e automaticamente rilasciare la giusta dose di insulina necessaria.
Il diabete di tipo 1, conosciuto come diabete giovanile, colpisce circa 250 mila italiani e 1,25 milioni di americani. Circa 200.000 di questi sono ragazzi sotto i 20 anni, per questo è conosciuto anche come diabete giovanile.
La condizione si presenta quando il sistema immunitario della persona distrugge le cellule β del pancreas che producono insulina, l’ormone che converte gli zuccheri nel sangue in energia. Per compensare questa perdita di produzione di insulina, i pazienti devono assumere dosi giornaliere.
I metodi attuali per assumere insulina consistono in iniezioni multiple giornaliere oppure la terapia con microinfusore, entrambe che necessitano del controllo periodico del livello di glicemia per decidere le giuste dosi. C’è però un problema tra quando la dose è necessaria e quando può avere effetto. Francis J. Doyle III e i suoi colleghi hanno voluto perciò trovare un modo per monitorare la glicemia e iniettare l’insulina automaticamente e senza ago.
I ricercatori hanno designato un algoritmo in grado di monitorare i livelli di zuccheri nel sangue e calcolare una dose d’insulina che viene liberata velocemente ed automaticamente quando è necessario. L’algoritmo è designato per lavorare con dispositivi impiantati, precisamente con un pancreas artificiale, e dovrebbe poter correggere i ritardi riscontrati con i dispositivi precedenti. Alcuni test al computer dell’algoritmo hanno simulato l’ascesa e discesa dei livelli di glucosio che corrisponderebbero ai pasti ed al periodo di sonno durante la notte, il pancreas artificiale è stato in grado di mantenere la glicemia entro il limite della normalità per quasi per l’80% del tempo. I ricercatori dicono che presto si potrà testare il dispositivo negli animali.