I cloroplasti sono degli organelli presenti nelle cellule eucariotiche vegetali che, grazie a particolari pigmenti (clorofilla) presenti soprattutto nella parte verde delle piante, sono la sede della fotosintesi clorofilliana in cui l’energia luminosa viene convertita in energia chimica di legame.
I cloroplasti appartengono alla famiglia dei plastidi e derivano dai proplastidi insieme ai cromoplasti (presenti nei petali dei fiori) e i leucoplasti (presenti nei tessuti di riserva). Se una foglia cresce al buio, i proplastidi non sono in grado di formare cloroplasti e si originano ezioplasti: in questi organelli è presente un precursore della clorofilla, di colore giallo. Se la foglia viene esposta alla luce, gli ezioplasti diventano rapidamente cloroplasti e la clorofilla viene sintetizzata a partire dal suo precursore.
Il cloroplasto è più complesso rispetto al mitocondrio e presenta due membrane (una esterna permeabile ed una interna selettiva) e un tilacoide con analogia funzionale alla membrana interna del mitocondrio. Gli spazi presenti tra le membrane prendono il nome di spazio intermembrana (tra la membrana interna e quella esterna), stroma (all’interno della membrana interna), che contiene molti enzimi coinvolti nel metabolismo dell’organulo, granuli di amido, il DNA circolare e i ribosomi e il lume tilacoidale (all’interno del tilacoide), dove avvengono le prime fase della fotosintesi.
Come i mitocondri, anche i cloroplasti sono organelli semiautonomi in quanto dotati di un proprio genoma e al loro interno avvengono replicazione, trascrizione e traduzione del DNA come se fossero cellule indipendenti.
Secondo la teoria dell’endosimbiosi, infatti, il cloroplasto, così come il mitocondrio, deriva da batteri porpora e cianobatteri fagocitati da cellule proto-eucariotiche più grandi con cui si è instaurata simbiosi. Questa simbiosi ha portato ad un vantaggio reciproco per le due cellule in quanto i batteri ricevono protezione e substrati necessari per la sopravvivenza, mentre la cellula protoeucariotica riceve la capacità fotosintetica e respiratoria (nel caso dei mitocondri).
La teoria dell’endosimbiosi, suggerita per la prima volta da Konstantín Merezhkovski, è oggi quella più accettata per spiegare la nascita della cellula eucariotica. Alcune osservazioni a favore di questa teoria sono la presenza di una doppia membrana sui mitocondri e cloroplasti (quella interna batterica e quella esterna cellulare), le dimensioni di tali organelli che si avvicinano moltissimo a quelle dei batteri, la presenza di ribosomi simili ai batteri, la presenza di un DNA circolare primo di istoni e con meccanismo di duplicazione analogo ai batteri e le sequenze di rRNA che risultano omologhe.
Fonte: Biologia e Genetica.
Fonte: Wikipedia.