Oggi le luci chimiche fluorescenti si possono trovare ovunque, ma non tutti sanno come sono fatte e quale processo chimico genera la luce in questi bastoncini luminosi.
Questi oggetti sfruttano una reazione chimica che genera luce, chiamata chemioluminescenza.
Le lightstick, note anche come starlight, cyalume, glowstick, sono formate da un cilindro di materiale plastico flessibile, dove è contenuta dell’acqua ossigenata mescolata a pigmenti fluorescenti, e una fialetta interna che contiene del difenil ossalato (un estere dell’acido ossalico).
Quando si piega il cilindro la fialetta interna si rompe, mescolando i composti. In questo modo gli elettroni degli atomi ricevono abbastanza energia da passare ad un livello di energia più alto. Tornando allo stato fondamentale emettono onde luminose. La reazione dura all’incirca 24 ore e non si può interrompere.
Tuttavia la si può rallentare abbassandone la temperatura. In questo modo la velocità di reazione diminuisce. Al contrario se la si riscalda la temperatura ne si aumenta la velocità di reazione, quindi si diminuisce la durata della lampada.
L’utilizzo degli starlight ha vari impieghi:
- luce di segnalazione o di emergenza (anche in campo bellico);
- scopi ricreativi (es. braccialetti luminescenti);
- pesca.
Il vantaggio maggiore è che non richiede elettricità.
Purtroppo la reazione può avvenire una sola volta, quindi una volta esauriti i reagenti i bastoncini sono da buttare.