I carcinomi tiroidei sono le forme maligne dei tumori tiroidei e si dividono in forme tireocitiche e forme a cellule C:
- forme tireocitiche:
- carcinoma papillare (80%);
- carcinoma follicolare (10%);
- carcinoma scarsamente differenziato (insulare – 5%);
- carcinoma anaplastico (<5%);
- forme a cellule C:
- carcinoma midollare (5%).
Epidemiologia
Rappresentano circa l’1% di tutte le neoplasie maligne con una incidenza di 1-16 su 100.000, prettamente nelle donne tra i 40-60 anni. L’incidenza varia a seconda delle aree geografiche:
- Carcinomi follicolare e anaplastico più incidenti nelle zone gozzigene;
- Carcinoma papillare più incidente nelle aree dove non vi è carenza di iodio.
I carcinomi della tiroide insorgono o su tiroiditi o su strumi (gozzi), quindi per la prevenzione si cerca di fare iodioterapia nelle aree iodio prive. Su Tiroidite di Hashimoto (caratterizzata dalla presenza di anticorpi antiperossidasi e antitireoglobulina) in genere insorge un carcinoma papillare, mentre su struma ci può essere l’ipotesi del carcinoma follicolare.
Se sono presenti noduli su tiroidite allora si può già sospettare un tumore (adenoma o carcinoma).
Nello struma sono presenti più noduli iperplastici, tuttavia vi possono essere noduli neoplastici.
Il tasso di incidenza per Cancro della Tiroide (TC) in Italia è tra i più alti al mondo. Si è verificato un progressivo incremento di incidenza sia nel sesso maschile che nel sesso femminile (perché è aumentata la ricerca).
Il tasso di mortalità è di meno di 1 decesso annuo per 100.000 residenti.
Eziopatogenesi
Per quanto riguarda l’eziopatogenesi, i carcinomi tiroidei sono determinati soprattutto dall’esposizione a radiazioni ionizzanti sia a dosi basse, un tempo somministrate ai pazienti con ipertrofia timica, ipertrofia tonsillare e con grave acne, che ad alte dosi terapeutiche. Anche radiazioni accidentali, come accadde anni fa in seguito all’incidente della centrale termonucleare di Chernobyl, possono portare all’insorgenza di questi carcinomi.
Quadri clinici
Sono estremamente variabili in base all’istotipo:
- Carcinoma papillare non dà sintomi rilevanti;
- Carcinomi anaplastico ed insulare determinano un rapido aumento della ghiandola con compromissione delle strutture circostanti determinando disfagia, dispnea, disfonia.
Diagnosi
Per la diagnosi vengono utilizzati ecografia, agoaspirato (citologia) e biopsia.
Per l’analisi si fa prima un’ecografia e poi si conferma con l’agoaspirato (citologico). Successivamente si confronta con l’istologico.
Con la tiroidite di Hashimoto i tireociti diventano ossifili ed in alcuni casi hanno dei nuclei attivati che somigliano a quelli del carcinoma. La flogosi provocata dal quadro di tiroidite provoca uno stimolo cronico che dà irritazione, favorendo la predisposizione alla neoplasia, quindi c’è maggiore incidenza.
Metastasi
Le modalità di metastatizzazione dei carcinomi tiroidei dipendono dall’istotipo.
- Linfonodale: prettamente il carcinoma papillare dà metastasi linfonodali laterocervicali;
- Ematogena: prettamente i carcinomi follicolare e anaplastico che danno metastasi ad ossa, polmone, fegato ed encefalo.
Tasso di sopravvivenza
L’istotipo è il parametro prognostico principale nel determinare la sopravvivenza. Non si fa grading perché sono tutti ben differenziati.
I carcinomi scarsamente differenziati, gli anaplastici e quelli midollari sono quelli piò pericolosi che possono portare alla morte. La mortalità cresce con il diminuire della differenziazione.
Tasso di sopravvivenza a 20 anni | |
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Carcinoma papillare | 98-99% |
Carcinoma follicolare | 80-90% |
Tasso di sopravvivenza a 10 anni | |
Carcinoma midollare | 50-75% |
Tasso di sopravvivenza a 5 anni | |
Carcinoma scarsamente differenziato | 40% |
Tasso di sopravvivenza a 1 anno | |
Carcinoma anaplastico | <20% |
Fonte: Anatomia patologica e correlazioni anatomo-cliniche (Mariuzzi).