Un esame accurato del polso arterioso può fornire informazioni cruciali su vari aspetti della salute cardiovascolare, tra cui:
- frequenza e ritmicità dell’attività cardiaca;
- stato contrattile del cuore;
- presenza di alcune cardiopatie;
- condizioni delle pareti arteriose;
- condizioni dell’afflusso arterioso distrettuale.
Durante l’esplorazione del polso arterioso, è fondamentale valutare sistematicamente diversi caratteri:
- frequenza: il numero di pulsazioni al minuto;
- ritmicità: la regolarità delle pulsazioni;
- qualità o morfologia: ampiezza, velocità e uguaglianza delle pulsazioni successive;
- tensione: la difficoltà a comprimere il polso, principalmente influenzata dai valori della pressione arteriosa diastolica;
- elasticità o durezza della parete: una perdita di elasticità può essere evidente all’ispezione delle arterie omerali, soprattutto con il braccio flesso, e delle arterie temporali, manifestandosi con allungamento, tortuosità e pulsatilità visibile.
Inoltre, comprimendo l’arteria omerale con uno sfigmomanometro fino a una contropressione superiore alla pressione massima, si può verificare se la parete dell’arteria brachiale al gomito risulta ancora palpabile, indicando una rigidità patologica. È importante ricordare che il grado di elasticità della parete arteriosa influisce sui valori di pressione arteriosa, determinando, a parità di resistenze vasali periferiche, un aumento della pressione sistolica e della pressione differenziale.
Nell’esame comparativo tra le varie sedi, devono essere valutate:
- la simmetria tra il polso destro e il polso sinistro;
- il rapporto di ampiezza e di tempo di comparsa tra il polso radiale e il polso femorale.
Passiamo ora all’analisi della morfologia del polso arterioso. Tra le varie caratteristiche del polso, questa richiede una riflessione fisiopatologica, richiamando alla memoria alcuni concetti di emodinamica per comprendere meglio le alterazioni patologiche.
Quando il sangue viene espulso nell’aorta, un’onda pressoria rapida (onda di percussione) viene trasmessa alle pareti arteriose, partendo dalle pareti elastiche dell’aorta fino a quelle muscolari delle arterie periferiche. L’onda di percussione si manifesta come una rapida elevazione del polso, raggiungendo il suo acme in 0.06-0.12 secondi. La riflessione di quest’onda dalla periferia e la sua fusione con l’onda di percussione costituisce l’onda di marea, anch’essa della durata approssimativa di 0.06-0.12 secondi, che può spesso essere registrata nelle arterie centrali ma che, normalmente, non è palpabile.
L’onda di marea può risultare un po’ più alta dell’onda di percussione e diventare quindi palpabile (il polso raggiunge in questo caso la sua massima ampiezza in telesistole) nei soggetti con arteriosclerosi o con aumento delle resistenze vasali periferiche. Con la chiusura delle valvole semilunari (incisura dicrota) e con il rimbalzo delle pareti elastiche distese durante l’eiezione ventricolare, si origina in fase protodiastolica un’onda (onda dicrota), che di solito non è palpabile. In alcune condizioni patologiche, quest’onda diventa palpabile e caratterizza il polso dicroto.
Polso bifido o bisferiens
Il polso bifido o bisferiens è caratterizzato da due picchi sistolici, corrispondenti rispettivamente all’onda di percussione e all’onda di marea, separati da una caduta mesosistolica. A differenza del polso anacroto, nel polso bisferiens l’onda pulsatoria sale rapidamente e l’onda di percussione è quella dominante. Questo tipo di polso si apprezza meglio palpando la carotide o comprimendo l’arteria brachiale. Si osserva in condizioni caratterizzate da una rapida espulsione dal ventricolo sinistro di una grande gittata, come nella cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, nel doppio vizio valvolare aortico e, più raramente, nell’insufficienza aortica pura.
Polso piccolo, piccolo e tardo e polso anacroto
Il polso di ampiezza ridotta è definito polso piccolo e indica una ridotta gittata sistolica, corrispondente a una bassa pressione arteriosa media e differenziale. Il polso piccolo e tardo è di ampiezza ridotta e raggiunge il suo picco lentamente, con un’onda di percussione molto ridotta e fusa con l’onda di marea. Questo tipo di polso, tipico della stenosi aortica severa, è dovuto alla lentezza dello svuotamento del ventricolo sinistro e si apprezza meglio palpando il polso carotideo piuttosto che quello radiale. Al polso piccolo e tardo corrisponde una ridotta pressione arteriosa differenziale.
In alcuni pazienti con stenosi aortica pura, palpando il polso carotideo si può avvertire una breve interruzione nella lenta salita del polso tardo, rendendo palpabili come distinte l’onda di percussione e l’onda di marea, con quest’ultima più alta. Questo tipo di polso è indicato come anacroto. Tuttavia, nelle condizioni di scompenso cardiaco, il polso della stenosi aortica viene percepito solo come un polso piccolo, mentre il carattere di polso tardo diventa meno evidente. Inoltre, nonostante la presenza di una stenosi aortica importante, questo segno caratteristico può mancare e il polso può presentare una normale salita nei soggetti con pareti arteriose anelastiche. Anche la pressione arteriosa differenziale, in queste condizioni, non risulta ridotta.
Polso celere (o a martello d’acqua)
Il polso è definito ampio e celere quando a un’onda di percussione rapida e ampia segue, già in telesistole, una caduta rapida che continua in diastole. Questo tipo di polso corrisponde a una rapida espulsione dal ventricolo sinistro di una grande gittata, in un sistema aorta-arterie elastico e relativamente vuoto, con bassa pressione diastolica, poiché in diastole subisce un rapido svuotamento a causa di ridotte resistenze all’efflusso. Vi corrisponde una pressione arteriosa differenziale alta, per aumento della sistolica e soprattutto per riduzione della diastolica.
Questo polso è tipico dell’insufficienza aortica emodinamicamente severa (polso di Corrigan), ma si può osservare in diverse altre condizioni emodinamicamente analoghe, come nella rottura di un seno di Valsalva (per rigurgito diastolico del sangue dall’aorta nel ventricolo sinistro), in malformazioni congenite che comportano una comunicazione tra aorta e arteria polmonare, quali la persistenza del dotto di Botallo e il tronco arterioso comune. Si può osservare anche in casi di riduzione delle resistenze vasali periferiche, come in condizioni fisiologiche (gravidanza, bagno caldo, bevande alcoliche) e in condizioni caratterizzate da circolo ipercinetico (anemia severa, tireotossicosi, beriberi, insufficienza epatica, fistole artero-venosa, malattia di Paget).
Polso alternante
Il polso alternante è caratterizzato dalla successione di battiti ampi e battiti deboli. Questa alternanza meccanica è un segno di disfunzione miocardica grave. Si può diagnosticare facilmente con lo sfigmomanometro, quando le variazioni della pressione sistolica da un battito all’altro superano i 20 mmHg.
Polso bigemino
Il polso bigemino si osserva generalmente quando a ogni battito normale segue un battito extrasistolico, provocando una variazione della forza del polso.
Polso paradosso
Il polso paradosso è caratterizzato da una caduta inspiratoria esagerata (maggiore di 10 mmHg) della pressione arteriosa sistolica, che normalmente diminuisce leggermente durante l’inspirazione. Questo fenomeno può indicare diverse condizioni, tra cui tamponamento cardiaco, pericardite cronica costrittiva, malattie ostruttive polmonari gravi, embolia polmonare, infarto del ventricolo destro, shock ipovolemico e cardiopatie restrittive.
Fisiologicamente, durante l’inspirazione, la pressione intratoracica più negativa richiama più sangue nelle cavità destre del cuore, riducendo al contempo il ritorno venoso polmonare nell’atrio sinistro (sia per lieve spostamento del setto interatriale verso sinistra, sia per ridotta pressione intorno alle vene polmonari), e di conseguenza la gittata sistolica del ventricolo sinistro. In alcune condizioni, questo fenomeno è amplificato dal fatto che i ventricoli destro e sinistro sono circondati da liquido (tamponamento cardiaco) o da una cotenna fibrosa (pericardite cronica costrittiva), che ne ostacola la compliance e il riempimento. Il surplus di sangue nel ventricolo destro durante l’inspirazione sposta il setto interventricolare, riducendo ulteriormente il volume telediastolico e la gittata del ventricolo sinistro, ottenendo così una riduzione pressoria maggiore di 10 mmHg.
Polso ipocinetico
Il polso ipocinetico presenta un’ampiezza ridotta e riflette una diminuzione del volume sistolico o un aumento delle resistenze periferiche.
Polso ipercinetico
Il polso ipercinetico si osserva in presenza di un volume di eiezione elevato con resistenze periferiche ridotte. È presente negli stati ipercinetici, in caso di blocco atrio-ventricolare completo e di bradicardia. In questi ultimi due casi, è dovuto alla presenza di un volume telediastolico elevato, secondario al fatto che la bradicardia produce un allungamento della diastole.
Fonte: Manuale di cardiologia, chirurgia vascolare e cardiochirurgia. Concorso Nazionale SSM.