Il test del respiro al carbonio-14

Negli ultimi anni, i test del respiro basati sull’utilizzo del carbonio-14 (¹⁴C) hanno guadagnato sempre più spazio nella pratica clinica grazie alla loro semplicità, non invasività e affidabilità.

Questi esami trovano applicazione nella diagnosi di diverse condizioni patologiche, tra cui:

  • infezione da Helicobacter pylori;
  • intolleranza al lattosio;
  • disturbi di malassorbimento legati alla deconiugazione batterica degli acidi biliari.

Preparazione e fattori interferenti

Per garantire l’accuratezza del test, è fondamentale che il paziente segua un protocollo di preparazione specifico. Innanzitutto, è richiesto un digiuno di almeno 6 ore prima dell’esame. Inoltre, è necessario sospendere l’assunzione di alcuni farmaci che potrebbero alterare i risultati:

  • antibiotici e prodotti contenenti bismuto devono essere interrotti almeno un mese prima del test, poiché possono sopprimere l’Helicobacter pylori o modificare la flora batterica intestinale;
  • farmaci citoprotettivi, come il sucralfato, e gli inibitori di pompa protonica (PPI) devono essere sospesi due settimane prima dell’esame, in quanto possono influenzare l’acidità gastrica e, di conseguenza, l’attività batterica;
  • antagonisti dei recettori H2 e antiacidi da banco devono essere evitati nelle 24 ore precedenti al test.

Principio di funzionamento

Il test si basa sulla rilevazione e quantificazione dell’anidride carbonica (CO₂) radioattiva, prodotta a livello gastrico o intestinale ed escreta attraverso la respirazione dopo essere stata assorbita nel circolo sanguigno. Il meccanismo varia a seconda della patologia da diagnosticare:

  • per l’Helicobacter pylori, al paziente viene somministrata urea marcata con ¹⁴C (urea breath test). Se il batterio è presente nello stomaco, l’ureasi da esso prodotta scinde l’urea in ammoniaca e CO₂ marcata, che viene poi espirata e misurata;
  • nell’intolleranza al lattosio (Breath Test al lattosio), viene somministrato lattosio marcato. In assenza dell’enzima lattasi, il lattosio non viene digerito e viene fermentato dalla flora batterica intestinale, producendo CO₂ radioattiva;
  • nella sindrome da contaminazione batterica del tenue (SIBO) o nei disturbi da malassorbimento degli acidi biliari, vengono utilizzati substrati specifici (come la glicina-colato marcata) che, se deconiugati precocemente dai batteri intestinali, portano alla produzione di CO₂ rilevabile nel respiro.

Alternative non radioattive: il Carbonio-13

Oltre al ¹⁴C, è possibile utilizzare il carbonio-13 (¹³C), un isotopo stabile e non radioattivo, applicando lo stesso principio tecnico. Questo approccio è particolarmente vantaggioso in categorie sensibili come bambini e donne in gravidanza, dove si preferisce evitare l’esposizione a sostanze radioattive, seppur minima. La ¹³C-urea, ad esempio, è ampiamente utilizzata per la diagnosi dell’H. pylori in sostituzione del ¹⁴C, con risultati altrettanto affidabili ma senza rischi di radiazioni.

Vantaggi e limitazioni

I test del respiro offrono numerosi vantaggi:

  • non invasività: evitano endoscopie o prelievi ematici;
  • rapidità: i risultati sono spesso disponibili entro poche ore;
  • alta specificità e sensibilità, soprattutto per l’H. pylori.

Tuttavia, presentano alcune limitazioni, tra cui la necessità di una rigorosa preparazione per evitare falsi negativi e la dipendenza dalla collaborazione del paziente (ad esempio, nel soffiare correttamente nel dispositivo di raccolta).

I test del respiro al ¹⁴C e al ¹³C rappresentano strumenti diagnostici preziosi in gastroenterologia, combinando efficacia e sicurezza. Con il continuo sviluppo di nuovi substrati marcati e tecniche di analisi più raffinate, il loro utilizzo potrebbe espandersi ulteriormente, includendo la diagnosi di altre condizioni come alterazioni del metabolismo epatico o disbiosi intestinali. Nel contesto di una medicina sempre più personalizzata, questi test si confermano come un’opzione diagnostica versatile e ben tollerata dai pazienti.

Fonte: A Concise Guide to Nuclear Medicine (Abdelhamid H. Elgazzar e Saud Alenezi)

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