Quando si scatena un forte temporale, sui versanti montuosi e collinari formati da rocce argillose e privi della protezione dei vegetali, l’erosione operata dall’acqua piovana è particolarmente intensa. Il risultato è la formazione di forme d’erosione dall’aspetto caratteristico e insolito, come i calanchi e le piramidi di terra.
Le gocce di pioggia che cadono dalle nubi percuotono il terreno con violenza: le particelle rocciose vengono disgregate dall’acqua che scorre sul suolo in piccoli solchi, che si approfondiscono sempre più, si allungano e si ramificano.
In questo modo si formano i calanchi, vallette ripide e ravvicinate, separate le une dalle altre da creste molto strette di argilla nuda, facile preda della pioggia.
Nelle zone in cui questo fenomeno è diffuso, per esempio sull’Appennino tosco-emiliano, i terreni sono completamente improduttivi perché troppo instabili ed erodibili, con pendii ripidi sui quali la vegetazione non riesce ad attecchire.
In molte zone delle Alpi si possono osservare piramidi di terriccio compatto, sormontate da massi che fanno loro da cappello: un tempo le leggende di montagna attribuivano a gnomi e streghe la costruzione di queste strane forme, mentre oggi sappiamo che sono il risultato di un particolare tipo di erosione.
Le piramidi di terra si possono formare solo in terreni incoerenti, costituiti da frammenti rocciosi di diverse dimensioni, come argilla molto fine e massi. Le acque selvagge che scorrono sul terreno non ancora incanalate in ruscelli, erodono facilmente l’argilla, ma non hanno nessun effetto sui massi, che sono costrette ad aggirare. Succede così che attorno ai massi e al terreno sul quale i massi sono appoggiati si forma un solco di erosione che diventa via via più profondo, modellando lentamente una colonna di terra alta parecchi metri, con in cima un masso roccioso che la protegge.