I fulmini globulari sono dei fenomeni atmosferici che si creano generalmente durante le tempeste, formando delle sfere incandescenti che fluttuano nel cielo.
Spesso vengono confusi con i fuochi di Sant’Elmo.
I fulmini in se sono ancora oggi avvolti da un alone di mistero, figuriamoci quindi i fulmini globulari, tuttavia ci sono numerose ipotesi a riguardo.
Si ha testimonianza che già dagli inizi del 1900, lo scienziato Nikola Tesla, iniziò a effettuare delle ricerche. Si riteneva persino che fosse in grado di riprodurli in laboratorio.
Tuttavia le persone che reputavano i fulmini globulari dei fenomeni paranormali, hanno causato un allontanamento da parte degli scienziati allo studio del fenomeno.
Successivamente, nonostante tutto, vennero formulate nuove ipotesi, che portarono ad una successiva riproduzione in laboratorio.
Com’è fatto un Fulmine Globulare?
Un fulmine è una sfera di plasma (gas ionizzato ad alta energia) di diametro variabile, composti da un nucleo incandescente che va a schiarirsi verso i bordi. La durata del fenomeno va dai pochi secondi ad alcuni minuti. In genere scompaiono affievolendosi, ma possono verificarsi anche delle esplosioni luminose, lasciando il classico odore che si avverte dopo un fulmine.
Come si formano?
La formazione dei fulmini globulari in teoria avverrebbe quando un fulmine, colpendo il suolo, frammenta le molecole dei silicati presenti nel terreno, che combinandosi con l’ossigeno presente nell’aria e grazie alla temperatura elevata (50.000K) produrrebbero del plasma.
Questa teoria fu provata nel 2007 dai fisici Antonio Pavo e Gerson Paiva che riuscirono a riprodurli in laboratorio.
Nel 2012 degli scienziati cinesi riuscirono a catturare delle immagini e relativi dati di un fulmine globulare naturale.
Armati di telecamere e spettrometro riuscirono (per un caso fortuito) a registrare un fulmine globulare di 5 metri, durato circa 1.6 secondi.
In conclusione…
Le analisi dello spettrometro rilevarono nel fulmine, una discreta quantità di calcio, silicio e ferro. Provando così definitivamente l’esistenza dei fulmini globulari, smentendo così la teoria elaborata dall’Università di Innsbruck, secondo la quale il fenomeno non era altro che un’allucinazione causata dal forte campo magnetico che si crea durante le tempeste.