Il fuoco fatuo è una fiammella di colore azzurrino che si può notare nei pressi dei cimiteri antichi, paludi e persino nelle discariche.
La credenza popolare vuole che questi fenomeni, rappresentino il manifestarsi delle anime dei defunti.
In realtà ci sono spiegazioni scientifiche dietro questo mistero.
Dopo la morte, ogni essere (ormai non più) vivente si trasforma. Ogni atomo che compone il suo corpo viene riciclato dai tantissimi miliardi di batteri.
Questi nutrendosi dei resti organici producono, tra le varie cose un gas altamente infiammabile: il metano.
Si sa infatti che i posti dove si possono manifestare i fuochi fatui sono pieni di questi batteri e il motivo per cui si manifestino solo nei cimiteri più vecchi risiede nel fatto che le bare moderne sono sigillate per evitare le fughe di gas.
Tuttavia una domanda rimane in sospeso:
Come fa a bruciare il metano?
Il metano, come molti altri combustibili, ha bisogno di una certa quantità di energia per avviare la reazione di combustione. I fuochi fatui invece compaiono naturalmente. Dunque la spiegazione scientifica non sembra essere valida.
Tuttavia, prendiamo come esempio il corpo umano:
Dall’immagine qui in alto si evince che il corpo umano è formato, per l’1% da Fosforo (P), che, durante il processo di decomposizione, diviene fosfina (PH3) e difosfano (P2H4), gas altamente infiammabili.
Anche solo una piccola quantità, reagendo con l’ossigeno, può causare l’inizio della combustione del metano, dando vita così ad una fiammella.
Pur non essendo le anime dei defunti, possiamo dire che sono questi ultimi a causarle, anche se, il merito va soprattutto a loro.