Per la prima volta al mondo, grazie agli scienziati di Melbourne, sappiamo tutte le fasi che un globulo bianco umano effettua prima di morire; un fenomeno mai visto prima e che mostra il comportamento delle cellule che apparentemente provano ad avvisare i loro alleati del sistema immunitario della loro morte.
I globuli bianchi sono le cellule fondamentali del sistema immunitario per combattere infezioni batteriche e fungine, ma anche virus.
Usando la microscopia a rallentatore, che consente di catturare eventi molto veloci scattando centinaia di fotografie al secondo e poi vedendole in sequenze ad alta velocità, gli scienziati del “La Trobe University” hanno osservato le molecole che venivano espulse dall’interno delle cellule che morivano.
Fino ad ora gli scienziati credevano che le cellule morivano e si staccavano in un processo casuale. Il video a rallentatore, tuttavia, mostra che la loro morte è altamente controllata e deliberata. Le scoperte sono state pubblicate lunedì nella prestigiosa rivista medica internazionale “Nature Communications“.
La biologa cellulare Georgia Atkin-Smith è stata la co-leader della squadra e ha catturato il processo che mostra la morte della cellula divisa in tre fasi: rigonfiamento, esplosione e dispersione. Quando le cellule iniziano a morire formano dei grumi che si spingono verso l’esterno fino a far esplodere la cellula che si espande in sporgenze che sembrano una collana di perline che poi si rompe in singole perle come si può anche vedere nel video.
Le cellule vive che circondano quelle morte possono facilmente fagocitare questi pezzi più piccoli. Ma si pensa anche che queste perle contengano certe molecole che, se mangiate da cellule ancora vive, possono avvertire gli altri globuli bianchi della presenza di un eventuale organismo patogeno.
Questo processo non è mai stato catturato prima perché gli scienziati di solito osservavano le cellule dopo che erano già morte.
La loro scoperta, che ha coinvolto i ricercatori dell’ “University of Virginia” negli Stati Uniti, è stata importante perché dà un quadro più chiaro agli scienziati di come gli agenti patogeni prendono il controllo delle cellule morenti e facilitano la diffusione della malattia.
Il Dr. Ivan Poon, co-leader ricercatore e biochimico dell’Università La Trobe, ha detto che la scoperta potrebbe aiutare gli scienziati a sfruttare meglio la difesa del corpo e i meccanismi di guarigione, portando ad un migliore trattamento delle malattie.
Potrebbe essere che i meccanismi identificati servano d’avvertimento per le cellule vicine per avvisare la presenza di una malattia o un’infezione. Sennò vuol dire che sia un meccanismo di trasporto di un virus per infettare le altre parti del corpo. L’importante è che si è scoperto anche un farmaco in grado di influenzare questo processo in modo tale da inibirlo o potenziarlo una volta scoperto bene la sua funzione.
Fonte: Scientists film death of white blood cell for first time and discover alert system, The Guardian