La medicina nucleare riveste un ruolo di primaria importanza nella gestione delle patologie ossee, sia benigne che maligne. Negli ultimi anni, questo ruolo si è notevolmente ampliato, specialmente nella diagnosi di numerose condizioni benigne che potrebbero sfuggire alle tecniche di imaging morfologico tradizionale.
L’esame più diffuso in ambito muscolo-scheletrico è la scintigrafia ossea.
Per garantire immagini di alta qualità, è fondamentale che il paziente sia adeguatamente idratato prima, durante e dopo l’esame, al fine di favorire una rapida eliminazione del radiofarmaco e ridurre l’esposizione alle radiazioni.

Il radiofarmaco più utilizzato è il Tecnezio-99m metilendifosfonato (99mTc-MDP), somministrato per via endovenosa in una dose tipica di 25 mCi (925 MBq).
L’acquisizione delle immagini avviene in più fasi: una prima fase dinamica (flusso ematico) della durata di un minuto, seguita da un’immagine statica immediata (blood pool) e, dopo circa 3 ore, dalle immagini tardive dell’intero corpo.
In casi specifici, è possibile acquisire immagini ulteriormente ritardate, fino a 24 ore dopo l’iniezione.
Un referto scintigrafico normale deve mostrare un’uptake del radiofarmaco simmetrico nello scheletro. L’asimmetria deve essere considerata un segno sospetto, meritevole di ulteriori accertamenti.
È bene ricordare che alcune aree, come le metafisi nelle persone giovani o le articolazioni soggette a carico, possono mostrare un fisiologico aumento di captazione a causa di un più elevato rimodellamento osseo.
Un’evoluzione significativa in questo campo è rappresentata dallo scan osseo mediante Fluoro-18 fluoruro di sodio (NaF), eseguita tramite tomografia a emissione di positroni (PET). Questa tecnica offre una risoluzione spaziale e un contrasto superiori rispetto alla scintigrafia tradizionale con difosfonati e, laddove disponibile, ne sta progressivamente prendendo il posto.


PET con NaF che mostra la fisiologica distribuzione del radiofarmaco.
Metodiche a confronto
Oltre alla medicina nucleare, altre tecniche radiologiche contribuiscono alla diagnosi delle patologie ossee.
La radiografia (RX) rimane il gold standard per la valutazione di fratture, lussazioni e tumori ossei.
La tomografia computerizzata (TC) è insostituibile nello studio della architettura cortico-trabecolare e nella caratterizzazione delle lesioni osteolitiche o blastiche.
La risonanza magnetica (MRI), invece, eccelle nella valutazione del midollo osseo e delle strutture molli periarticolari, come legamenti e menischi.
Tuttavia, la forza della scintigrafia ossea risiede nella sua capacità di fornire una visione funzionale e metabolica dell’intero scheletro in un’unica seduta, con una sensibilità estremamente elevata. Questo la rende uno strumento di screening insostituibile per molte patologie.
Applicazioni cliniche
Patologie Non-Neoplastiche
Nelle malattie benigne, la medicina nucleare è fondamentale.
Nelle infezioni ossee (osteomieliti), permette non solo la diagnosi precoce ma anche il monitoraggio della risposta alla terapia.
Nelle malattie vascolari, è in grado di identificare la necrosi avascolare in stadi molto precoci.
È estremamente sensibile nell’individuare fratture occulte, non visibili radiologicamente, e nel diagnosticare e seguire malattie metaboliche come il morbo di Paget o l’osteodistrofia renale.
Patologie Neoplastiche
In ambito oncologico, il suo ruolo principale è nello studio delle metastasi ossee.
La scintigrafia ossea è un test estremamente sensibile per lo screening scheletrico in pazienti con tumori primitivi ad alta affinità per l’osso (ad esempio, carcinoma della mammella, della prostata o del polmone) e per valutarne la risposta alle terapie.
Per i tumori ossei primari, il suo contributo è più limitato e si concentra principalmente sulla ricerca di lesioni multifocali o metastatiche.
In sintesi, la medicina nucleare fornisce informazioni preziose e complementari alle altre metodiche di imaging, contribuendo in modo decisivo a una diagnosi accurata e a una gestione terapeutica efficace delle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico.
Fonte: A Concise Guide to Nuclear Medicine (Abdelhamid H. Elgazzar e Saud Alenezi)