Lo studio della motilità esofagea e del reflusso gastroesofageo (GERD) riveste un ruolo fondamentale nella diagnosi e nel monitoraggio di diverse patologie digestive, sia in ambito clinico che pediatrico. Negli ultimi anni, le tecniche di medicina nucleare, in particolare la scintigrafia con radionuclidi, si sono affermate come metodiche sensibili e non invasive per valutare la funzionalità esofagea e identificare anomalie nella clearance del bolo alimentare o nella risalita di materiale acido dallo stomaco.
Grazie all’integrazione con tecniche di imaging avanzato (come SPECT/CT) e all’uso di nuovi traccianti, la scintigrafia offre oggi una maggiore accuratezza diagnostica, permettendo non solo di confermare la presenza di alterazioni funzionali, ma anche di guidare scelte terapeutiche personalizzate.
Valutazione del tempo di transito esofageo
Lo studio del transito esofageo con radionuclidi è uno strumento sensibile per individuare disfunzioni esofagee come l’acalasia e il coinvolgimento dell’esofago in alcune patologie sistemiche, come la sclerosi sistemica o le miopatie che coinvolgono anche la muscolatura liscia esofagea.
Il paziente deve rimanere a digiuno per 4-6 ore. Viene somministrata una dose di 250-500 μCi di colloide di zolfo marcato con Tecnezio-99m (Tc-99m) in 10 mL di acqua, da assumere con una cannuccia. È preferibile eseguire l’imaging in posizione supina per eliminare l’effetto della gravità.
Vengono acquisite immagini seriali di 1 secondo ciascuna per caratterizzare il transito esofageo. Nei pazienti con significativo ristagno di radioattività nell’esofago, possono essere utili immagini tardive a 10 minuti.
Dai dati raccolti, è possibile generare una curva tempo-attività: il tempo di transito esofageo è l’intervallo tra il picco di attività nella curva del terzo prossimale dell’esofago e il picco di attività nella curva del terzo distale.
Il tempo di transito normale è di 15 secondi, con un picco distinto in ciascun terzo dell’esofago. Un transito prolungato può essere riscontrato in diverse patologie esofagee e sistemiche:
- acalasia;
- sclerosi sistemica progressiva;
- spasmo esofageo diffuso;
- esofago a schiaccianoci;
- diverticolo di Zenker;
- stenosi esofagea
- tumori esofagei.
Studi recenti confermano che la scintigrafia esofagea ha un’elevata sensibilità (oltre il 90%) nella diagnosi di disturbi della motilità, come l’acalasia o la sclerosi sistemica.
L’uso di tecnologie SPECT/CT può migliorare la localizzazione anatomica delle anomalie funzionali.
Rilevamento del reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo (GERD) è una condizione caratterizzata dalla riduzione del tono dello sfintere esofageo inferiore, con conseguente risalita di acidità gastrica nell’esofago. Lo studio con radionuclidi è particolarmente utile nel monitoraggio pediatrico, dove il GERD può associarsi a complicanze come l’aspirazione polmonare o l’esofagite erosiva.
Il paziente deve essere a digiuno di 4 ore prima dell’esame. La somministrazione di 0,5-1 mCi di Tc-99m colloide di zolfo avviene in 300 mL di succo d’arancia acidificato o acqua (nei bambini si usa latte o formula).
Successivamente si parte con l’acquisizione di immagini in posizione supina a 1 fotogramma/10 secondi per 60 minuti.

Il reflusso si manifesta come picchi di attività radioattiva nell’esofago. Gli episodi vengono classificati in base a:
- grado (alto/basso);
- durata (< o > 10 secondi),
- relazione con l’assunzione di cibo.
Questo metodo ha una correlazione dell’89% con il test di reflusso acido (pH-metria). Nei bambini, è particolarmente utile per identificare l’aspirazione polmonare da reflusso.
L’imaging ibrido (scintigrafia + risonanza magnetica) sta migliorando la diagnosi delle complicanze del GERD, come l’esofagite e la metaplasia di Barrett.
Nuovi traccianti sono in fase di studio per aumentare la specificità.
Fonte: A Concise Guide to Nuclear Medicine (Abdelhamid H. Elgazzar e Saud Alenezi)