L‘intestino degli uomini è abitato da milioni e milioni di Batteri, che producono una certa quantità di due tipi diversi di gas: Idrogeno (H2) e Metano (CH4), entrambi estremamente infiammabili, i quali escono dall’organismo umano in mediante lo sfintere anale, sotto forma di peto; un’altra parte, invece, dall’intestino, diffonde nel sangue, riversandosi poi nei polmoni e uscendo fuori con l’espirazione. Questi gas, quindi, potrebbero causare delle combustioni in spazi ridotti e sempre chiusi, come le navicelle spaziali.
I fattori che influenzano la formazione di questi Gas sono:
1. La Quantità e il tipo di substrato fermentabile;
2. L’ammontare, il tipo e la posizione della flora batterica intestinale;
3. Le condizioni Psico-Somatiche che interessano la regione intestinale;
Un gruppo di scienziati ha studiato quindi alcuni gruppi di persone, alimentati con diete differenti per 42 giorni, analizzandone i gas emessi, sia da sotto che da sopra, nelle prime e nelle ultime settimane, riscontrando in alcuni soggetti una quantità molto bassa di metano e idrogeno.
Adottando, quindi, una dieta adatta i nostri astronauti potranno evitare il rischio di incendi e anche odori piuttosto fastidiosi.
Come si può ridurre la quantità di gas prodotti?
Esistono numerosi tipi di cure per neutralizzare la flatulenza intestinale, a partire innanzitutto da una dieta specifica, eliminando cibi potenzialmente idonei alla sua formazione come riso, pasta, patate e pane, contenenti carboidrati complessi. Alcuni dietisti consigliano inoltre l’assunzione di alcune spezie in grado di ridurre sensibilmente i gas intestinali, per esempio il cumino, l’anice, la curcuma e il kombu, alga marina tipica della cucina giapponese. Grande importanza assumono infine i probiotici (yogurt, acidophilus e bifidus) e i prebiotici, soprattutto se impiegati per ristabilire la flora intestinale, ma da usare con attenzione, perché in caso di abuso si rischia di ottenere l’effetto contrario, ossia un aumento di flatulenza.
Si consiglia inoltre di ingerire, durante i pasti, piccole dosi di liquidi acidi (succo di limone e aceto) per stimolare la formazione dell’acido cloridrico, sostanza in grado di incrementare la produzione di enzimi, che accelerano la digestione.