I geologi considerano tutta la penisola italiana territorio a rischio sismico. Certamente alcune regioni, come la Calabria e la Sicilia, sono a rischio più alto, ma nessuna località italiana può essere considerata asismica, cioè totalmente stabile. Ciò a causa della situazione geologica del nostro paese.
La penisola italiana, delimitata a nord dalle Alpi, si trova circa a metà strada fra l’Africa e l’Europa continentale. La maggior parte dei terremoti italiani è di origine tettonica, cioè legata ai movimenti delle placche litosferiche. Da centinaia di milioni di anni, infatti, la placca africana si sposta verso nord, in direzione della placca europea dando origine a dei margini convergenti di obduzione che schiacciano il mediterraneo come in una morsa. Lo scontro fra le placche ha come conseguenza la produzione di terremoti e una sorta di “accartocciamento” delle zone coinvolte: lo stesso fenomeno provoca l’orogenesi, cioè il fenomeno che ha dato origine al sollevamento delle catene montuose dell’Africa settentrionale, di quelle spagnole, francesi e delle Alpi. Ma questo è solo un aspetto della complicata situazione geologica dell’Italia. Vi sono infatti anche movimenti di frammenti di placche litosferiche nella regione del Mediterraneo che spingono Corsica e Sardegna verso Lazio e Toscana. E non è finita: a questi movimenti si aggiungono anche l’apertura, cioè l’allargamento, del Mar Tirreno meridionale e la chiusura del Mar Ionio verso la Sicilia.
In conclusione: la regione italiana è un intricato insieme di piccoli frammenti di litosfera che scorrono l’uno rispetto all’altro, si accartocciano, si accavallano gli uni sugli altri. Il risultato è una situazione di grande instabilità del territorio che spiega il motivo per cui i terremoti interessano da sempre il nostro paese.