Di fronte ad un habitat in rapida evoluzione, gli orsi polari si stanno adattando con un nuovo pasto: per la prima volta un orso polare è stato visto predare una carcassa di un lagenorinco rostrobianco che era intrappolato nel ghiaccio delle Svalbard, un arcipelago norvegese nell’oceano artico. E’ una conseguenza del riscaldamento globale?
Nell’aprile del 2014, un orso polare maschio è stato avvistato vicino ad un lagenorinco rostrobianco. In genere questi delfini raramente si avventurano così a nord dell’Artico; preferiscono il sub-Artico, in cui c’è meno mare ghiacciato e il mare è più aperto.
Secondo una ricerca pubblicata nel 2008 sulla rivista “Geophysical Research Letters“, la temperatura delle acque superficiali nell’Oceano Artico nei pressi delle Svalbard è aumentata notevolmente nel corso degli ultimi 45 anni, portando in estate a diminuzioni delle calotte glaciali su tutto l’Oceano Artico e il massimo scioglimento durante il 2007.
I ricercatori hanno ipotizzato che i delfini probabilmente si sono avventati in queste acque del nord quando il ghiaccio si è sciolto ma sono rimasti intrappolati dopo che i forti venti del nord hanno ghiacciato l’acqua dei fiordi. Simili intrappolamenti si verificarono anche al largo della costa di Terranova, un’isola canadese, come riportato dagli studi nel 1957 e nel 1996.
L’orso polare che ha mangiato il delfino probabilmente ha afferrato la sua preda mentre il delfino si trovava in un foro del giacchio, forse un foro di respirazione tenuto aperto dai delfini per catturare una boccata d’aria. Questi fori di respirazione sono molto distanti tra di loro e molto spesso i delfini rimangono intrappolati e annegano, oppure vengono uccisi da balene e orsi.
Le carcasse di delfini congelati simboleggiano un’importante risorsa di cibo per gli orsi polari, i quali potrebbero abbandonare il loro abituale pasto di foche barbute come conseguenza dei cambiamenti climatici e del loro habitat.