L’anamnesi effettuata in anestesiologia viene integrata con un esame obiettivo semplice, il quale, basandosi sui dati anamnestici forniti, consentirà di valutare lo stato fisico del paziente e la necessità di eseguire ulteriori esami.

L’esame del paziente segue in gran parte lo schema di una visita medica generica, con particolare attenzione all’apparato cardiovascolare e respiratorio, poiché questi hanno il maggiore impatto sulla gestione anestesiologica del paziente.

La gestione delle vie aeree assume un ruolo fondamentale nella pratica anestesiologica. Pertanto, è compito dell’anestesista includere nella valutazione obiettiva la ricerca di eventuali segni di macroglossia, disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare, stato dei denti ed eventuali edentulia, denti mobili o protesi dentarie fisse o mobili. Sarà valutato il movimento della colonna cervicale in flessione, estensione e rotazione, insieme alle possibili deviazioni tracheali (come in caso di presenza di gozzi). Infine, non meno importante, si terrà conto della presenza di barba e baffi che potrebbero compromettere l’aderenza corretta della maschera di ventilazione al viso.

Dopo queste valutazioni iniziali, l’anestesista procederà a quantificare eventuali difficoltà di intubazione (noti come “vie aeree difficili“) attraverso la valutazione dei seguenti parametri:

  • Classificazione di Mallampati: questo metodo aiuta a prevedere la difficoltà di ventilazione con maschera e di intubazione oro-tracheale basandosi sulla visibilità delle strutture oro-faringee. Più sono nascoste le strutture, più alta è la classe di Mallampati e maggiore è la probabilità di avere difficoltà con ventilazione e intubazione. La valutazione avviene chiedendo al paziente di aprire la bocca e protrudere la lingua.
    Una regola mnemonica per ricordare la Classificazione di Mallampati è la “regola del 5“: la somma del numero della classe di Mallampati e delle strutture visibili durante l’esame visivo della bocca del paziente dovrebbe essere 5. Ad esempio, con una classe 2 di Mallampati vedremmo il palato duro, il palato molle e l’ugola, quindi tre strutture: 2+3=5. Questo principio si applica anche alle altre classi.
CLASSE IPalato duro, palato molle, ugola, pilastri tonsillari
CLASSE IIPalato duro, palato molle, ugola
CLASSE IIIPalato duro, palato molle
CLASSE IVPalato duro
Descrizione della visibilità delle strutture oro-faringee, secondo la classe di Mallampati.
  • Distanza tiro-mentoniera: Si tratta della distanza tra il vertice del mento e l’incisura tiroidea con la testa in iperestensione. Una misura inferiore a 6 cm indica una possibile intubazione difficile.
  • Distanza inter-incisiva: Questa misura è la distanza tra gli incisivi superiori ed inferiori con la bocca completamente aperta. Una misura inferiore a 3 cm indica una possibile intubazione difficile.
  • Escursione nella protrusione dell’arcata dentale inferiore sul labbro superiore: Questo è stato recentemente identificato come un importante predittore di intubazione difficile in presenza di limitazioni nel movimento. Questo test è noto come “Upper Lip Bite Test” (ULBT), che consiste nella capacità di mordere il labbro superiore con gli incisivi inferiori.
  • Prognatismo mascellare: L’incapacità di protrudere la mandibola indica una possibile intubazione difficile.

Nella cartella clinica del paziente devono essere incluse le condizioni generali pre-intervento chirurgico, che comprendono:

  • stato nutrizionale: fornisce informazioni cruciali sulle riserve energetiche del paziente e sulla capacità di recupero post-operatori;
  • decubito: posizione in cui il paziente si trova prima dell’intervento;
  • condizioni della cute e mucose: per valutare eventuali segni di compromissione dell’integrità cutanea o mucosa, che possono influenzare il rischio di infezioni;
  • perfusione ed ossigenazione periferica: valutazione della circolazione sanguigna e dell’ossigenazione dei tessuti periferici è essenziale per identificare eventuali problemi di perfusione;
  • presenza di edemi: segno di possibile accumulo di fluidi, che può essere indicativo di scompenso cardiaco o altre condizioni;
  • stato degli accessi venosi: importante per garantire una corretta somministrazione di fluidi e farmaci durante l’intervento;
  • condizioni dello scheletro: ad esempio, la presenza di fratture o deformità che possono influenzare la gestione durante l’intervento;
  • presenza di protesi: si tratta di protesi dentarie, acustiche, oculari, pacemaker, ICD (defibrillatori cardioverter impiantabili) o altri dispositivi impiantati che possono avere implicazioni sull’anestesia e sulla chirurgia;
  • deficit funzionali: come limitazioni motorie o sensoriali che possono influenzare l’intervento.

La visita medica prima dell’intervento deve anche includere:

  • valutazione del peso: importante per calcolare la dose dei farmaci e determinare il fabbisogno di fluidi durante l’intervento;
  • misurazione della pressione sanguigna a riposo: per valutare lo stato cardiovascolare del paziente;
  • frequenza cardiaca e respiratoria: indicatori vitali fondamentali per valutare lo stato cardiorespiratorio del paziente.

Inoltre, viene definita la riserva funzionale cardiaca, valutata utilizzando i MET (Metabolic equivalents), che rappresentano equivalenti metabolici. Il valore di 1 MET equivale al consumo di 3,5 ml di O2 al minuto per Kg di peso corporeo. Questo parametro aiuta a stimare la capacità di sforzo del paziente e il rischio cardiovascolare associato all’intervento chirurgico.

Richiesta energetica, espressa in livelli di equivalenti metabolici (MET), necessaria allo svolgimento di alcune attività fisiche:

  1. Mangiare, lavorare al computer, vestirsi;
  2. Camminare in casa, cucinare;
  3. Camminare in piano per 1-2 isolati;
  4. Rastrellare le foglie e sistemare il giardino;
  5. Salire un piano di scale o camminare adagio in collina;
  6. Giocare a golf;
  7. Giocare a tennis;
  8. Salire rapidamente le scale;
  9. Andare in bicicletta a velocità moderata;
  10. Nuotare;
  11. Praticare sci di fondo;
  12. Correre veloci per lunghe distanze.

Durante un intervento chirurgico di media intensità, il paziente non dovrebbe essere sottoposto a uno sforzo emodinamico superiore a quello che si avrebbe durante un’attività fisica che richiede più di 4 METs. Pertanto, la capacità funzionale di 4 METs viene utilizzata come punto di riferimento per determinare se il paziente è in grado di sopportare il carico emodinamico associato all’intervento chirurgico senza eccessivi rischi o complicazioni cardiovascolari.

Stanno diventando sempre più diffuse le strategie di pre-condizionamento prima di un intervento chirurgico elettivo, che includono una corretta alimentazione e un’attività fisica regolare. Questo approccio è spesso parte di un ampio programma chiamato ERAS (Early Recovery After Surgery), il cui obiettivo è ridurre le complicanze durante il periodo perioperatorio e favorire la precoce mobilizzazione del paziente.

Il pre-condizionamento prevede una preparazione del paziente prima dell’intervento chirurgico, che può includere:

  • alimentazione corretta: una dieta bilanciata e mirata può aiutare a migliorare le riserve nutrizionali del paziente, favorire una risposta infiammatoria più controllata e contribuire a una migliore ripresa post-operatoria;
  • attività fisica regolare: l’esercizio fisico prima dell’intervento può migliorare la capacità cardiopolmonare, la forza muscolare e la resistenza, elementi importanti per una più rapida ripresa e un recupero post-operatorio più efficace.

Queste strategie sono integrate nel programma ERAS, che mira a ottimizzare la gestione del paziente durante tutto il percorso chirurgico. L’approccio ERAS comprende una serie di interventi multidisciplinari che coinvolgono il paziente, il chirurgo, l’anestesista e altri professionisti sanitari. Alcuni elementi tipici del programma ERAS includono:

  • riduzione del digiuno pre-operatorio: limitare il periodo di digiuno prima dell’intervento chirurgico per mantenere le riserve energetiche e migliorare la risposta metabolica;
  • controllo del dolore: utilizzo di tecniche di controllo del dolore multimodale per ridurre l’uso di oppioidi e promuovere una rapida ripresa;
  • minimizzazione del catetere urinario e della durata della degenza: ridurre l’uso di cateteri e la permanenza in ospedale per favorire una più veloce ripresa e ridurre il rischio di infezioni ospedaliere;
  • promozione della mobilizzazione precoce: iniziare la fisioterapia e la mobilizzazione del paziente il prima possibile dopo l’intervento per prevenire complicanze legate all’immobilità;
  • monitoraggio e ottimizzazione dell’idratazione e della nutrizione: mantenere un adeguato stato idrico ed energetico del paziente per favorire la guarigione e il recupero.

L’obiettivo principale di ERAS è migliorare l’outcome complessivo del paziente, riducendo le complicanze, abbreviando la degenza ospedaliera e facilitando il ritorno alle normali attività quotidiane.

Fonte: Manuale di anestesia e rianimazione. Concorso Nazionale SSM.

Di Raffo

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente specializzando in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Per contattarmi o maggiori informazioni seguimi sui vari social.