Nonostante l’avvento di tecniche più moderne come l’endoscopia e la tomografia computerizzata (TC), gli studi contrastografici mantengono un ruolo fondamentale nell’analisi morfo-dinamica del tubo digerente. Questi studi utilizzano il solfato di bario, spesso in combinazione con polveri gassose e ipotonizzanti, per distendere le pareti del viscere e permettere una valutazione dettagliata della mucosa digestiva. Questo tipo di studio è noto come studio a doppio contrasto.
È importante ricordare che il solfato di bario non deve essere somministrato in caso di sospetta occlusione intestinale. Infatti, la possibilità che il ristagno a monte dell’occlusione e il riassorbimento di acqua inducano la formazione di “baritomi” può aggravare il quadro clinico. Inoltre, il solfato di bario non deve essere utilizzato in caso di sospetta perforazione intestinale, poiché ha un’azione irritante sulla sierosa peritoneale, nella quale può indurre reazioni granulomatose e, talvolta, reazioni peritonitiche fibroblastiche.
Gli studi contrastografici più comuni per l’apparato digerente includono il transito esofago-gastro-duodenale (per lo studio del tratto digestivo superiore), il transito intestinale (per lo studio dell’intestino tenue) e il clisma opaco (per lo studio del colon).
Semeiotica di base
È fondamentale conoscere alcuni aspetti semeiologici di base di questi studi:
- difetto di riempimento: si tratta di un’immagine di minus che si forma a causa della presenza di una lesione che protrude nel lume intestinale (ad esempio, tumori);
- immagini di plus: si formano quando il mezzo di contrasto si dispone all’interno di una lesione causata da un’interruzione della continuità della parete intestinale (ad esempio, ulcere, diverticoli);
- stenosi: si verifica un assottigliamento della colonna di mezzo di contrasto, derivante dalla presenza di una lesione che restringe il calibro del tubo digerente. I margini lisci e regolari suggeriscono un’eziologia benigna, mentre i margini irregolari sono indicativi di malignità.
Localizzazione di una lesione in base alla morfologia
In base agli angoli di raccordo formati dalla lesione con la parete intestinale, è possibile ipotizzare la sede di origine della lesione:
- lesioni intraluminali: solitamente di natura benigna (ad esempio, polipi), causano difetti di riempimento con angoli acuti rispetto alla parete;
- lesioni intramurali: possono essere di natura benigna (ad esempio, leiomiomi) o maligna, e causano difetti di riempimento con angoli approssimativamente retti;
- lesioni extraparietali: solitamente si tratta di masse extra-intestinali che comprimono il viscere ab estrinseco e causano difetti di riempimento con angoli ottusi.