Secondo un nuovo studio, bollire l’acqua di rubinetto prima di berla può aiutare a rimuovere almeno il 90% della microplastica potenzialmente dannosa.
Le microplastiche sono minuscoli frammenti di detriti di plastica lunghi meno di 5 millimetri, secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). Questi resti scomposti di rifiuti industriali e beni di consumo sono impossibili da evitare: si trovano in tutto l’oceano e l’atmosfera, dentro l’acqua in bottiglia e persino nelle feci umane.
Gli studi su come le microplastiche influenzino la salute umana sono ancora scarsi e inconcludenti, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità. Finora, alcune plastiche si pensa siano innocue, mentre altre, come il polistirolo, sono state dimostrate in grado di uccidere cellule umane, causare infiammazioni intestinali e ridurre la fertilità nei topi.
In un nuovo studio, pubblicato il 28 febbraio sulla rivista Environmental Science and Technology Letters, gli scienziati hanno esaminato metodi pratici casalinghi per rimuovere le microplastiche dall’acqua potabile. Una domanda che li preoccupava particolarmente era se bollire l’acqua potesse liberarla dalla contaminazione di queste ultime.
Gli studiosi hanno dichiarato:
“Bere acqua bollita, una tradizione antica in alcuni paesi asiatici, è presumibilmente benefico per la salute umana, poiché bollire può rimuovere alcune sostanze chimiche e la maggior parte delle sostanze biologiche, tuttavia rimane poco chiaro se bollire sia efficace nel rimuovere NMP [nano/microplastiche] nell’acqua del rubinetto.”
Per indagare, gli scienziati hanno creato campioni di acqua di rubinetto contenenti molti dei minerali comunemente presenti insieme a tre microplastiche comuni: polistirolo, polietilene e polipropilene. Gli scienziati hanno anche variato la “durezza” dei campioni d’acqua regolando le concentrazioni di carbonato di calcio. (La stragrande maggioranza delle case utilizza acqua dura, il che significa che l’acqua ha un alto contenuto di minerali.)
Dopo aver bollito i campioni per 5 minuti e lasciati raffreddare, gli scienziati hanno notato un drastico calo della quantità delle microplastiche. Nell’acqua più dura, c’è stata una riduzione di quasi il 90%, perché il carbonato di calcio nell’acqua diventava solido a temperature più elevate, intrappolando le particelle di plastica al suo interno.
Gli scienziati affermano che utilizzare questo metodo insieme a un semplice filtro per rimuovere il calcio solidificato potrebbe essere un modo facile per eliminare le particelle potenzialmente dannose per la salute.
L’efficacia dei filtri point-of-use da soli non è chiara a causa della ricerca insufficiente, anche se uno studio ha suggerito che alcuni di questi microfiltri potrebbero essere utilizzati per catturare e rimuovere le particelle vaganti.
Fonte: Livescience.com