Il carcinoma mammario rappresenta più del 20% di tutte le neoplasie nelle donne. È la seconda causa più comune di morte nelle donne, dopo il carcinoma polmonare.
I principali tipi istologici sono il carcinoma duttale e il carcinoma lobulare. La diagnosi viene frequentemente ottenuta mediante mammografia in stadi precoci (tumori inferiori a 2-3 cm, con linfonodi ascellari clinicamente negativi).

A causa della sua relativamente bassa risoluzione spaziale e del potenziale alto tasso di falsi positivi, la PET con 18F-FDG non ha un ruolo nello screening o nella diagnosi del carcinoma mammario. I risultati falsi positivi possono anche dipendere da biopsie precedenti. Tuttavia, alcuni studi hanno mostrato che l’assorbimento di 18F-FDG è correlato con la proliferazione e altri fattori prognostici.

Le prestazioni diagnostiche della PET con 18F-FDG nella stadiazione dello stato ascellare sono inferiori rispetto alla biopsia del linfonodo sentinella. L’utilizzo della PET con 18F-FDG total-body per individuare metastasi è raccomandato in pazienti con carcinoma mammario localmente avanzato ad alto rischio e/o in stadi clinici avanzati, così come in caso di sospetta recidiva o per chiarire risultati ambigui riportati da altri metodi diagnostici.

In particolare, è stato dimostrato che la PET/TC con 18F-FDG, grazie anche al ruolo complementare della TC, è superiore alla scintigrafia ossea nel rilevare metastasi litiche e intramidollari, sebbene sia inferiore nel rilevamento di lesioni prevalentemente osteoblastiche.

La PET con FDG mostra una buona accuratezza nella pianificazione della radioterapia e nella valutazione precoce della risposta terapeutica. In particolare, mentre la PET non è utile per monitorare la risposta nelle donne sottoposte a terapia adiuvante, riveste un ruolo importante nella valutazione di un trattamento neoadiuvante e nel monitoraggio della terapia sistemica in pazienti con malattia metastatica.

Va sottolineato che, sebbene la PET con 18F-FDG possa valutare precocemente la risposta tumorale, distinguendo tra responders e no responders, non è un indicatore affidabile di una risposta patologica completa. Al contrario, la presenza di captazione di 18F-FDG post-terapia è altamente predittiva di recidiva. Pertanto, anche se può non rilevare malattia a basso volume post-terapia, ha un rilevante ruolo prognostico, importante per orientare il follow-up.

L’utilità della PET è più evidente nei casi in cui il regime terapeutico produce un effetto citostatico generale (che influenza il metabolismo tumorale) piuttosto che un effetto citotossico (che si riflette nelle dimensioni del tumore). Difficoltà possono essere riscontrate nella valutazione della risposta per metastasi ossee. Tuttavia, la PET/TC con 18F-FDG resta superiore rispetto alla scintigrafia ossea nella valutazione dell’efficacia del trattamento in pazienti con lesioni scheletriche secondarie.



Fonte: Atlas of Pet-ct: A Quick Guide to Image Interpretation.

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Di Raffo Coco

Ciao a tutti, mi chiamo Raffaele Cocomazzi e sono il cofondatore di BMScience. Sono appassionato di Scienza, Medicina, Chimica e Tecnologia. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Foggia e attualmente MFS in Medicina Nucleare presso l'Alma Mater Studiorum (Università di Bologna). Se ti piacciono i miei contenuti supportaci con una donazione Paypal.